“Selfie dismorfia”: la chirurgia per cambiare aspetto come su snapchat

Avete già sentito parlare della “selfie dismorfia”?
Ebbene, il termine è stato utilizzato dall’American Academy of Facial Plastic and Reconstructive Surgery (AAFPRS) per indicare quella che è ormai l’ossessione crescente e di tendenza di ricorrere alla chirurgia o medicina estetica per cambiare il proprio aspetto, assumendo come modello di riferimento la propria immagine precedentemente modificata con filtri e altri escamotage per i social.

Si perchè, se da un lato ci si diverte a cambiare il proprio aspetto con orecchie da cane e corone di fiori su instagram, dall’altro ci sono i tantissimi filtri per levigare, schiarire e liftare il viso offrendo un’immagine migliorata di sé stessi senza macchie e senza rughe.

In apparenza potrebbe sembrare una normale usanza e tendenza del momento senza particolari conseguenze. Eppure negli ultimi tempi, cambiare il proprio aspetto sui social non sembra essere più sufficiente per molti teenager che desiderano sottoporsi a trattamenti o interventi chirurgici per realizzare concretamente quel cambiamento estetico.

Stando, infatti, alla tendenza rilevata dall’American Academy of Facial Plastic and Reconstructive Surgery, l’aumento di richieste di piccoli interventi “migliorativi” tra gli under 25, ispirati dai filtri dei social network, sembra significativo e in l’Italia il fenomeno non è da meno.

In particolare, tra i trattamenti e gli interventi estetici che gli ossessionati di snapchat richiedono sono: rinoplastica non chirurgica, radiofrequenza, filler, peeling, laser, botox, mesoterapia, microneedling, mastoplastica e lipofilling.

Ma come dovrebbe comportarsi un chirurgo dinanzi a richieste a volte ingiustificate come quelle legate alla “Selfie dismorfia”?
Compito del vero professionista è di non perdere mai di vista la giusta direzione, l’etica e la sicurezza del paziente. Il buon medico infatti non è colui che fa di tutto per accontentare le volontà estreme dei suoi pazienti ma quello capace di dire “no” quando serve.
Spesso poi correzioni e procedure inutili ed esagerate oltre a dare origine a risultati innaturali e anche “discutibili” espongono anche i pazienti a rischi ingiustificati.

Autore: Dr. Pierfrancesco Bove

Sono il Dr. Pierfrancesco Bove, laureato in Medicina e Chirurgia ed abilitato alla professione medica presso la Seconda Università degli Studi di Napoli con il massimo dei voti.