Solo nel 2013 il nostro paese era al settimo posto per numeri di interventi di chirurgia plastica in un anno. Oggi a distanza di tempo, l’Italia si ritrova a fare i conti con nuovi paesi, le cui stime chirurgiche sono ben più alte rispetto a quelle italiane. Si ritrovano infatti tra i primi cinque posti della classifica mondiale stilata dall’ISAPS i paesi asiatici, sempre più aperti ad accogliere le nuove tendenze in campo estetico.
I dati del sondaggio Isaps sono stati raccolti attraverso un questionario inviato a circa 35.000 chirurghi plastici attivi in tutto il mondo.
Dopo gli Stati Uniti che vantano un numero di circa 4.064.571 interventi, 20,1% del totale e dopo il Brasile con i suoi 2.058.505, ecco subentrare il Giappone, seguito al quarto posto dalla Corea del Sud. In questi territori è in voga negli ultimi anni la chirurgia all’accidentale. Sempre più spessi i giovani asiatici fanno infatti ricorso alla chirurgia per interventi di blefaroplastica (1.427.451), di liposuzione (1.372.901), mastoplastica (1.1.348.197) e rinoplastica (849.445), allo scopo di ottenere un aspetto più europeo a scapito dei caratteristici tratti orientali.
Con questa crescita, l’Italia ha perso ben due posizioni in classifica solo sul finire del 2014. Tuttavia lo slittamento italiano non è solo legato all’evidente interesse degli orientali per la perfezione plastica ma anche al lieve calo degli interessi italiani.
Donne e uomini nel nostro paese sembrano infatti aver cambiato rotta negli ultimi tempi, optando con maggiore frequenza per i trattamenti di medicina estetica piuttosto che per il bisturi, nonostante un sostanziale incremento dei pazienti di sesso maschile rappresentati in Italia dal 13,7%.
Tuttavia pur essendo uscita dalla top eight, l’Italia conserva ancora un ruolo di primo piano, un punto di riferimento mondiale nella chirurgia estetica non solo per la professionalità dei suoi grandi protagonisti ma anche per l’attenzione che ripone con interesse in questo settore.
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